Casertana, D’Agostino: “Lo stadio nuovo segnerebbe la svolta! E ci sono tutti i presupposti…”. Violante: “Abbiamo deciso di lavorare sui giovani. Diamo loro il tempo di crescere e sbagliare”, Floro Flores: “Tornato per rialzarmi e dire la mia. Qui tutto è cambiato e questo mi spinge a riprovarci”

Serie C Girone C

La conferenza stampa convocata per chiarire la situazione legata a Floro Flores, è stata per il presidente Giuseppe D’Agostino l’occasione per fare un punto a 360°, Dalle ultimissime sullo stesso attaccante, passando per le strutture e arrivando al nuovo Pinto.
FLORO FLORES – “Ci tenevamo a chiarire questa situazione. Era giusto che lo facesse lui. Si è parlato tanto in questi giorni di un suo addio al calcio, ma non ha certo questa intenzione. Anzi. E’ tornato più carico di prima. Mi è capitato di vedere una partita di quattro anni fa, Inter-Sassuolo. Migliore in campo, Floro Flores. Stiamo parlando di appena quattro anni fa, non quaranta. Credo che se lui ci mette qualcosa in più, abbiamo il calciatore più forte dei tre gironi. E anche qualcosa di più. Ha 36 anni, fisico perfetto, piccoli infortuni, non certo gravi. Ora tutti insieme gli stiamo vicini. E speriamo che tutto vada per il verso giusto. Sono ottima. Non può finire certo qui.
LE STRUTTURE – “Ci si sofferma sempre sul risultatoP per criticare in maniera positiva o negativa in base a quello che è stato l’esito della gara.. Ma non si analizzano i problemi con cui dobbiamo fare i conti. Con la mancanza di struttura che ci costringe a girare per l’intera provincia. Capita di andare su un campo diverso dal solito, che Floro Flores metta in piede su una buca e si infortuni. Per non parlare di come la squadra si debba allenare su un terreni con misure e superfici diverse, per poi scendere in campo al Pinto. Abbiamo nove squadre, tutte costrette a vagare. Non ci sono strutture. Ogni campo a cui ti avvicini, su cui c’è un sintetico, ci sono più scuole calcio che svolgono attività. E una squadra professionistica come la Casertana si deve adattare agli orari disponibili”.
STADIO –“La scorsa estate andai dal sindaco dicendogli di voler andare via. Perché purtroppo non potevo andare avanti senza uno stadio all’altezza, strutture per gli allenamenti e nessuna prospettiva. L’unica certezza è che ogni mese devo mettere mano alla tasca. E non faccio certo l’imprenditore. Perché qui non si tratta di investire, ma di buttare soldi. Faccio il tifoso. E il tifoso quando perde non vuole sentir parlare di calcio per giorni. Figuratevi io. Stavo, però, portando avanti il discorso stadio. Unico modo per dare una vera svolta. Caserta è una piazza importante. Siamo un milione di abitanti in tutta la provincia. I numeri stanno tutti dalla nostra parte. Esistono due campionati: quello “a partecipare” e quello “a vincere”. Purtroppo ad oggi noi non abbiamo i presupposti per far parte di questo secondo tipo di torneo. Perché, mettiamo il caso andassimo in B, la stagione successiva retrocederemmo subito. Non avendo strutture. Un campionato “a partecipare”, per completare giusto il girone, non compete a questa maglia. Spero che lo stadio nuovo si faccia. C’ho messo di tutto per fare in modo che accada. A metà novembre presenteremo al Comune il progetto definitivo. Entro inizio dicembre lo presenteremo pubblicamente, illustrandone tutti i dettagli. Non aspetto niente. Vi diremo presto quale sarà l’appuntamento. Solo costruendo il nuovo stadio la società ha motivo di esistere. Questa non è una piazza in cui si deve vivacchiare. O ci siamo, o non ci siamo. A me non piace partecipare. Per natura. Non ho nessuno interesse a stare qui tanto per. O si svolta, o vado via. Ma penso che si svolti! Ci sono tutte le componenti giuste per farlo. Il sindaco? E’ entusiasta. La sta vivendo da tifoso. A prescindere dal rapporto che si è creato in questi mesi, anche lui ha a cuore questo progetto. Sa che sarebbe importante per la città. Siamo stati da lui con una delegazione di professionisti ed ha potuto toccare con mano un progetto serio e persone competenti. La prima pietra sarà per la Curva. Di almeno 6.000 posti. Subito! I tecnici si stanno confrontando giornalmente con gli uffici comunali. Quando presenteremo il progetto, sarà quello definitivo. Condiviso con il Comune. Poi bisognerà aspettare i tempi della burocrazia. Se va tutto bene, ad aprile dovrebbe essere pronto tutto. I lavori saranno fatti settore per settore. E non credo avremmo problemi a giocare al Pinto. Per questo motivo ci impiegheremo qualche mesetto in più. Ma la Casertana deve giocare a Caserta”.

La conferenza stampa convocata per chiarire la situazione legata a Floro Flores, è stata per il presidente Giuseppe D’Agostino l’occasione per fare un punto a 360°, Dalle ultimissime sullo stesso attaccante, passando per le strutture e arrivando al nuovo Pinto.
FLORO FLORES – “Ci tenevamo a chiarire questa situazione. Era giusto che lo facesse lui. Si è parlato tanto in questi giorni di un suo addio al calcio, ma non ha certo questa intenzione. Anzi. E’ tornato più carico di prima. Mi è capitato di vedere una partita di quattro anni fa, Inter-Sassuolo. Migliore in campo, Floro Flores. Stiamo parlando di appena quattro anni fa, non quaranta. Credo che se lui ci mette qualcosa in più, abbiamo il calciatore più forte dei tre gironi. E anche qualcosa di più. Ha 36 anni, fisico perfetto, piccoli infortuni, non certo gravi. Ora tutti insieme gli stiamo vicini. E speriamo che tutto vada per il verso giusto. Sono ottima. Non può finire certo qui.
LE STRUTTURE – “Ci si sofferma sempre sul risultatoP per criticare in maniera positiva o negativa in base a quello che è stato l’esito della gara.. Ma non si analizzano i problemi con cui dobbiamo fare i conti. Con la mancanza di struttura che ci costringe a girare per l’intera provincia. Capita di andare su un campo diverso dal solito, che Floro Flores metta in piede su una buca e si infortuni. Per non parlare di come la squadra si debba allenare su un terreni con misure e superfici diverse, per poi scendere in campo al Pinto. Abbiamo nove squadre, tutte costrette a vagare. Non ci sono strutture. Ogni campo a cui ti avvicini, su cui c’è un sintetico, ci sono più scuole calcio che svolgono attività. E una squadra professionistica come la Casertana si deve adattare agli orari disponibili”.
STADIO –“La scorsa estate andai dal sindaco dicendogli di voler andare via. Perché purtroppo non potevo andare avanti senza uno stadio all’altezza, strutture per gli allenamenti e nessuna prospettiva. L’unica certezza è che ogni mese devo mettere mano alla tasca. E non faccio certo l’imprenditore. Perché qui non si tratta di investire, ma di buttare soldi. Faccio il tifoso. E il tifoso quando perde non vuole sentir parlare di calcio per giorni. Figuratevi io. Stavo, però, portando avanti il discorso stadio. Unico modo per dare una vera svolta. Caserta è una piazza importante. Siamo un milione di abitanti in tutta la provincia. I numeri stanno tutti dalla nostra parte. Esistono due campionati: quello “a partecipare” e quello “a vincere”. Purtroppo ad oggi noi non abbiamo i presupposti per far parte di questo secondo tipo di torneo. Perché, mettiamo il caso andassimo in B, la stagione successiva retrocederemmo subito. Non avendo strutture. Un campionato “a partecipare”, per completare giusto il girone, non compete a questa maglia. Spero che lo stadio nuovo si faccia. C’ho messo di tutto per fare in modo che accada. A metà novembre presenteremo al Comune il progetto definitivo. Entro inizio dicembre lo presenteremo pubblicamente, illustrandone tutti i dettagli. Non aspetto niente. Vi diremo presto quale sarà l’appuntamento. Solo costruendo il nuovo stadio la società ha motivo di esistere. Questa non è una piazza in cui si deve vivacchiare. O ci siamo, o non ci siamo. A me non piace partecipare. Per natura. Non ho nessuno interesse a stare qui tanto per. O si svolta, o vado via. Ma penso che si svolti! Ci sono tutte le componenti giuste per farlo. Il sindaco? E’ entusiasta. La sta vivendo da tifoso. A prescindere dal rapporto che si è creato in questi mesi, anche lui ha a cuore questo progetto. Sa che sarebbe importante per la città. Siamo stati da lui con una delegazione di professionisti ed ha potuto toccare con mano un progetto serio e persone competenti. La prima pietra sarà per la Curva. Di almeno 6.000 posti. Subito! I tecnici si stanno confrontando giornalmente con gli uffici comunali. Quando presenteremo il progetto, sarà quello definitivo. Condiviso con il Comune. Poi bisognerà aspettare i tempi della burocrazia. Se va tutto bene, ad aprile dovrebbe essere pronto tutto. I lavori saranno fatti settore per settore. E non credo avremmo problemi a giocare al Pinto. Per questo motivo ci impiegheremo qualche mesetto in più. Ma la Casertana deve giocare a Caserta”.

Il Responsabile dell’Area Tecnica Salvatore Violante ha preso la parola nel corso della conferenza indetta per mettere un punto al rincorrersi di voci circa il futuro di Floro Flores: “Antonio è arrivato quasi alla fase finale del percorso. Nel breve tempo lo vedremo aggregato alla squadra. Clinicamente è guarito. Ora deve rimettersi al passo con gli altri. Penso che, lì dove ci sono interpretazioni personali delle vicende, sarebbe giusto chiedere per avere chiarimenti per evitare che si raccontino in modo impreciso i fatti. Antonio è un ragazzo dai valori importanti. Del calciatore non devo certo parlare io. Mi auguro che possa tornare a dare una mano a questo gruppo come stanno facendo tutti gli altri”.
IL PROGETTO E I GIOVANI – “Meola? Aveva chiesto ospitalità e gliela abbiamo data volentieri. E’ un giocatore importante e non capisco come faccia ad essere ancora svincolato. Ma noi abbiamo sviluppato un progetto legato ai giovani e non possiamo permetterci di togliere spazio alla crescita e al minutaggio dei giovani. Bisogna dare loro la possibilità anche di sbagliare. E’ lì che c’è bisogno del sostegno. Abbiamo perso a Potenza, che oggi è primo. In quell’occasione si fu molto severi nei confronti di Ciriello. Dopo Potenza sembrava che la Casertana fosse retrocessa. Si parlava di giocatori presi dalla serie D, di giovani non all’altezza. Si prospettava un futuro difficile. Penso, invece, che il giusto mix di questa squadra è composto proprio dall’esperienza dei grandi e la voglia dei giovani. Bisogna avere equilibrio e coerenza nei giudizi. Si è criticato Ciriello, che è seguito costantemente da squadra di serie A. Adamo è stato prima giudicato severamente e poi esaltato dopo la vittoria con il Catanzaro. Matese domenica è stato il migliore in campo in assoluto. Ci vuole equità nei giudizi. E ci vuole il tempo per far sbagliare i giovani. Soltanto così si cresce. Sin dal giorno della prima presentazione siamo stati chiari. Bisogna attuare un processo di maturazione dei giovani. Tra due o tre anni, quando si spera possa la Casertana possa anche una casa all’altezza, dovremo capire quali saranno i calciatori su cui continuare a puntare per il processo di crescita. Sappiamo che, qualora si dovesse alzare l’asticella, dovremmo cambiare qualcosa. Ma ai giovani bisogna dare modo di crescere e sbagliare. Le categorie sono fatte per essere scalate. Fare patrimonio, per una società di C è vitale. Una delle prime voci che possono produrre ricavi per un club di terza serie è la rivendita di giocatori. Con le liste libere in C, dobbiamo provare a fare patrimonio. Il nostro obiettivo oggi è avere giocatori di proprietà che possano essere attenzionati e seguiti da club di A”.

Ha voluto chiarire la sua posizione e lanciare una sfida a sé stesso. Antonio Floro Flores è tornato per rialzarsi e provare a dire la sua: “In questi giorni ho ricevuto tantissime chiamate di persone e addetti ai lavori che mi chiedevano se avessi realmente deciso di lasciare il calcio. Non è assolutamente così. Non perché abbia bisogno dei soldi della Casertana. Anzi. Da oggi, finchè non metterò piede in campo, non voglio percepire lo stipendio. Non sto qua per soldi. Ma per cercare di dare una mano ad un gruppo speciale. Se fosse accaduto lo scorso anno, probabilmente avrei deciso di smettere, perché non c’erano i presupposti. Quest’anno percepisco tanta voglia di crescere e si è creata una struttura familiare, voglio continuare. Mi è tornata la voglia di giocare a calcio. Se sono andato a Udine a completare il mio percorso riabilitativo è perché voglio provare per l’ultima volta a rimettermi in piedi. Lo faccio per me. Vorrei dimostrare anche a Caserta quello che posso dare. Ci tengo. Con la società ci siamo dati un tempo massimo per far sì che questo accaduto. Un mese.Entro un mese deciderò definitivamente quale sarà il mio futuro. Dovessi accorgermi di non poter dare il mio contributo, sarei io ad alzare le braccia e a dire basta”. Un altro anno come quello passato non ci tengo assolutamente a passarlo. Per me e per la mia famiglia. Sono qui perché ho tanta voglia di dare una mano a questa società e a questi ragazzi. Lo scorso anno abbiamo vissuto un’annata difficile, ma le cose sono cambiate. Sin dal ritiro precampionato. Ho fatto due mesi e mezzo benissimo e pensavo di essermi lasciato tutto alle spalle. Il mister mi stava gestendo nel migliore dei modi. Poi abbiamo fatto un allenamento su un campo diverso dal solito e ho messo il piede in una buca rimediando un altro infortunio. Farò di tutto affinchè possa dare il mio contributo. E al presidente voglio far vedere quello che so fare e la voglia che ho. Mi è stata messa l’etichetta di quello venuto qui per soldi. Mi spiace tanto. Voglio fare le mie scuse ai tifosi. Quando dissi in un’intervista che a Caserta non c’era niente, non mi riferivo certo a loro. Sono io che devo dare a loro qualcosa e non certo loro a me. Mi sono sempre stati vicini e mi hanno sempre fatto sentire importante. Capisco le critiche che mi sono state fatte. Ho 36 anni e so che la gente si aspetta tanto da me. Ma se sono qui a cercare ancora la possibilità di dare la mia, è anche per chi come loro ha sempre aspettato le mie prestazioni. Il calciatore può passare, ma l’uomo rimane. In tutte le piazze sono stato mi ricordano bene e rispettano. E spero che accada anche qua. Per quello che metto in campo e per l’uomo che sono. Mi ha fatto piacere che ieri la squadra, al mio rientro, mi ha accolto con grande calore. Come un giocatore nuovo. E per me è stato importante. Ho 36 anni e ho tanta esperienza. Bastano due o tre allenamenti intensi per imboccare già la strada giusta. Il mio più grande rammarico è non giocare con questa squadra che si diverte. Vedo un presidente che ha voglia, un direttore e un allenatore che sanno la loro. Qualcosa è cambiato. Ci sono tutti i presupposti per fare bene. C’è una grande famiglia e una gestione diversa. Basti vedere Zito e D’Angelo che sono giocatori totalmente diversi”.

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