Esordio amaro per la Virtus Social Quarto

PIANURA CALCIO: Gigante, Sanges, Costantino (88’ Luongo), Di Matteo (33’ Cerrato), Occhiuzzi, Delfino ©, Liberatore, Motisi (80’ Vassallo), Liccardi, Cerisano (65’ Fierro), Marino. A disposizione: Marciano, Langella. All.: Giuseppe Zingone.

VIRTUS SOCIAL: Iengo, Di Fusco, Caperchio (89’ Lepre), Miccione (57’ Casolare), Improta, Vitale (77’ Bastieri), Moio G. (69’ Moio R.), Esposito ©, Gallifuoco, Gemma, Lucricchio (53’ Morabito). A disposizione: Manganiello, Borrelli. All.: Antonio Di Matteo.

Arbitro: Buono di Napoli.

Marcatori: 21’ Liccardi (rigore).

Ammoniti: Casolare.

Note: ingresso gratuito; 150 spettatori di cui 40 ospiti.

NAPOLI – Esordio amaro per la Virtus Social Quarto che, a Pianura, con il lutto al braccio in memoria delle vittime di Parigi, stecca la prima di campionato. Più di cento presenti hanno potuto assistere alle gesta incomprensibili del sig. Buono di Napoli, nostro malgrado, protagonista negativo dell’incontro.

Comportamenti singolari, coadiuvati da chiamate ambigue, vanno a caratterizzare la partita sin dalle battute iniziali. Eppure la prima occasione da gol è di marca quartese, con Moio G. che dall’out di destra appoggia per Gallifuoco sui sedici metri, il movimento in torsione è ben fatto ma il centravanti, complice la posizione sbilanciata del corpo, calcia di poco alto sulla traversa. Poi, intorno al 20’, l’apice dell’inverosimile: il direttore di gara concede un avveniristico calcio di rigore ai padroni di casa, realizzato da Liccardi. Sono attimi dove l’incredulità la fa da padrona: da una parte chi festeggia, dall’altra chi si lecca le ferite.

Nessun alibi, anzi, gli errori arbitrali sono all’ordine del giorno dalla Serie A alla Terza Categoria. D’altro canto non siamo macchine, chiunque può sbagliare, ma la perseveranza è una cosa che va oltre, ai limiti della tolleranza. Costui, ieri, ha perseverato. Cercare di compartire gli errori (o favori, dipende dai punti di vista) è la cosa peggiore che un arbitro possa fare: rendendosi conto dell’entità dello sbaglio fatto in precedenza, il sig. Buono al quarto d’ora della ripresa fischia un altro, generosissimo, calcio di rigore, questa volta in favore degli ospiti. Tuttavia, Gigante ipnotizza Gemma, deviando in angolo il suo piazzato.

Essere uomini significa avere responsabilità, essere arbitri ne comporta un incremento sul terreno di gioco: il sig. Buono non ha saputo gestire la partita, dimostrando, ahinoi, di non essere né l’uno, né l’altro. Se è questa la categoria arbitrale, tocca armarsi di tanta, ma tanta pazienza.

Serve a poco il forcing finale della Virtus, che con intensità macina gioco, costruisce, ma tira troppo poco nello specchio. Oltre l’operato dell’arbitro, anche questo fattore penalizza grossomodo le potenzialità offensive quartesi, che non mancano di certo.

A 10’ dalla fine tocca a Cristian Iengo salire in cattedra: il “gatto”, disoccupato per buona parte dell’incontro per via dell’inconsistenza del reparto avanzato pianurese, neutralizza una chiara palla-gol, forse l’unica, capitata sui piedi di Marino. Quando il Pianura non ne ha più sul piano fisico, ci pensa il sig. Buono a fermare le sortite offensive quartesi. È l’83’ quando Casolare, a tu per tu con Gigante, si vede fischiare un fuorigioco clamoroso, che spezza i sogni di rimonta.

Di Matteo, comunque, può ritenersi orgoglioso dei suoi ragazzi: Esposito e compagni hanno dato tutto in campo, schiacciando nella propria metà gli avversari e sfiorando più volte il gol del pari.

Finisce uno a zero, la tensione lascia il posto all’amarezza: bisogna accettare il verdetto del campo, il risultato è univoco e dice che gli avversari sono stati superiori. La Virtus deve proseguire, a testa alta, il processo di crescita iniziato due mesi fa. Perdere fa male, perdere così ancor di più, ma una cosa è certa: il lavoro paga,sempre.

 

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Emanuele D’Angelo