Dietro le quinte dell’affermazione dell’Hermes Casagiove ci sono quelle persone che svolgono il proprio
lavoro, affinché tutto sia organizzato nel migliore dei modi. Poche altre società di Terra di Lavoro hanno a
disposizione uno staff tecnico così competente com’è quello condotto dall’allenatore Vincenzo Casaccio.
Dal vice Giuseppe Lemma al preparatore atletico Massimo Bizzarro continuando con il preparatore dei
portieri Franco Di Caprio ed il massaggiatore Umberto Mastellone, senza discutere dell’ottima attività di
coordinamento del team manager Salvatore Saldamarco e dell’attività di comunicazione dell’addetto
stampa Domenico Vastante, la famiglia Corsale ha basato su queste inossidabili persone la propria forza. Il
trainer di Marcianise Vincenzo Casaccio è consapevole di ciò ed infatti, nella sua intervista, interpella tutti
coloro che non scendono sul terreno di gioco, non appaiono sui giornali ma che danno il proprio apporto
alla squadra: ”Sono stato attorniato di uno staff di prima qualità a cui devo molto. Si è creato un gruppo
fantastico e racconto un episodio che rende perfettamente l’idea del nostro legame. Dopo la disfatta di San
Castrese, ci è crollato il mondo addosso. Ma invece di mollare e buttare tutto all’aria, una bella scorpacciata
di salsicce e panini ha rinvigorito le nostre ambizioni e ci ha dato la spinta a crederci fino alla fine”. Un
campionato che l’Hermes ha vinto malgrado tutti gli ostacoli che si sono presentati per strada: “Ci siamo
laureati campioni al termine di un campionato avvincente, condito da situazioni extracalcistiche che poco
hanno a che fare con un campo di calcio. Una stagione molto esaltante, in cui era giusto che passassero in
Eccellenza tutte e tre le squadre. Ritengo comunque che sia un trionfo meritato poiché siamo stati in vetta
per buona parte dell’annata. Durante il campionato abbiamo mantenuto la calma, nonostante un alternarsi
di chiacchiere abbia cercato di distogliere la serenità di una squadra, vedi la punzecchiatura continua che il
Casagiove non avrebbe vinto nulla. Non siamo caduti in queste provocazioni ed abbiamo fatto parlare il
campo. Questa è la mia filosofia: guardare alla concretezza e fortunatamente ci è andata bene con un
quoziente notevole di bravura e fortuna”. Fattore deciso è stato il terreno di gioco: “E’ stata per noi una
batosta. Prima di abbandonare definitivamente il Comunale di Piazza d’Armi, avevamo collezionato 19
punti su 21 disponibili, di cui l’unico pareggio era stato ingiusto contro il Real San Felice a Cancello. A
posteriori credo che ci abbia fatto bene poiché abbiamo dimostrato non solo alle persone esterne, ma
anche a coloro che ci stanno vicino, che abbiamo trionfato su qualsiasi campo”. Casaccio, soddisfatto in
pieno del primo titolo vinto da allenatore al quarto anno di legame con l’Hermes Casagiove, si sofferma sul
suo inestimabile gruppo: “Ho avuto la fortuna di guidare un organico validissimo, costruito in estate e
perfezionato con alcuni importanti innesti nel mercato di riparazione. Un gruppo che parte da lontano,
infatti lo zoccolo duro è formato da sette giocatori che vestono la casacca giallorossa già da qualche anno e
sono stati avvicinati in estate da altri ottimi interpreti. Con gli acquisti di dicembre, abbiamo fatto quel salto
di qualità, sia sul lato calcistico con i fratelli Scarpato e Capo, sia sul lato psicologico con Chiummariello e
Peluso che, anche se era difficile vedere in campo, hanno aggiunto quel pizzico di esperienza e voglia di
vincere che è facile da percepire nello spogliatoio. Senza dimenticare il peso degli under che non ci hanno
mai fatto avvertire della loro inesperienza, anzi. Un esempio a caso: Umberto Iannitti. Da ala sinistra degli
Allievi è stato catapultato direttamente in prima squadra a giocare in un ruolo per lui tutto nuovo, quello
del terzino, che ha eseguito nel migliore dei modi, ottenendo un rendimento esemplare. Per me è stato un
mezzo miracolo”. Infine Casaccio conclude l’intervista con una sollecitazione al club: “Mi auguro di
rimanere a Casagiove. Nessuno può mettere in discussione il gran lavoro svolto in quest’annata. Credo che
abbia molta importanza la programmazione ma sono dell’opinione che partendo senza concretezza di
intenti e di vedute, sia difficile continuare. Mi auguro che ci si muova sotto questo aspetto. E spero che non
venga smantellato il gruppo allestito quest’anno, convinto che in Eccellenza possa garantire un buon
margine di punti”.
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