I quattro scudetti del Napoli a confronto: dal 1987 al 2025

Serie A SSC Napoli

Il quarto scudetto del Napoli è finalmente realtà. Un altro capitolo di storia scritto in una città che vive il calcio come un battito del cuore. Ma oggi, a bocce ferme, ci siamo chiesti: qual è stato il miglior scudetto della storia azzurra?

Oggi, in collaborazione con resport24.it, mettiamo a confronto le quattro stagioni vincenti degli azzurri: 1986-87, 1989-90, 2022-23 e 2024-25. Lo facciamo come faremmo in studio, davanti ai dati, ma con la voglia di raccontare, analizzare e – perché no – emozionarci di nuovo.

Stagione 1986-87: il primo amore non si scorda mai

Il primo scudetto, quello che ha cambiato tutto. Il Napoli di Maradona e Ottavio Bianchi chiuse la stagione con 42 punti, ma va ricordato: all’epoca la vittoria valeva 2 punti, non 3. 

Tradotto in chiave moderna, sarebbero 57 punti con 3 punti a vittoria, frutto di 15 vittorie, 12 pareggi e solo 3 sconfitte su 30 partite (le squadre partecipanti erano 16, non 20 come oggi). 

I gol segnati furono 41, quelli subiti 21. Una squadra compatta, corta, quasi chirurgica. E un Diego che accendeva ogni azione offensiva.

Stagione 1989-90: la rivincita con stile

Tre anni dopo, con Bigon in panchina e Careca in formato devastante, arrivò il secondo tricolore. In questo caso, 18 squadre, 34 giornate e sistema a 2 punti. Il Napoli chiuse con 51 punti, equivalenti a 74 con i 3 punti a vittoria

Un ruolino che racconta di 21 vittorie, 12 pareggi, 1 sconfitta, con 57 gol segnati e 31 subiti. Una squadra più offensiva rispetto a quella dell’87, ma forse meno romantica. Maradona era ancora decisivo, ma l’impianto di gioco si era evoluto.

Stagione 2022-23: la rivoluzione di Spalletti

Il terzo scudetto è stato un capolavoro tecnico e tattico. Luciano Spalletti ha costruito una macchina da guerra offensiva che ha incantato l’Europa. Il Napoli ha chiuso con 90 punti, il miglior punteggio della sua storia. 28 vittorie, 6 pareggi, 4 sconfitte, con 77 gol segnati e 28 subiti

E lo ha fatto dominando un campionato che, a tratti, sembrava finito a febbraio contrariamente alle previsioni dei bookmaker di scommesse online. Il merito? Un mix perfetto tra individualità (Osimhen, Kvaratskhelia), organizzazione e leggerezza mentale. È stato lo scudetto della bellezza, del dominio, del calcio moderno.

Stagione 2024-25: il ritorno con consapevolezza

Il quarto titolo, appena conquistato, con Conte ha un sapore diverso. Dopo un’annata complicata e il cambio in panchina con l’arrivo di un nuovo tecnico (ancora in fase di stabilizzazione), il Napoli ha vinto lo scudetto con 82 punti

Il bilancio: 24 vittorie, 10 pareggi, 4 sconfitte, 68 gol fatti, 30 subiti. Meno spettacolare del Napoli di Spalletti, ma più equilibrato, più maturo. Una squadra che ha saputo gestire, soffrire, chiudere le partite quando serviva. È stato lo scudetto della solidità, non del gioco sfavillante.

Qual è stato il miglior scudetto napoletano?

Eccoci alla domanda delle domande. Qual è stato il miglior Napoli da scudetto?

Se guardiamo i numeri secchi con i colleghi di Resport24.it, il Napoli 2022-23 vince senza discussione: 90 punti, miglior attacco, dominio assoluto. Quello era un Napoli che ha fatto il vuoto dietro di sé, lasciando briciole agli avversari. Ma se allarghiamo la lente, dobbiamo tener conto del contesto.

Il Napoli dell’87 ha cambiato la storia del club. Era l’unico sud a vincere in un calcio profondamente settentrionale. E lo ha fatto con Maradona, l’unico in grado di trasformare una squadra buona in leggenda.

Il Napoli del 1990 è stato più “europeo”, meno emotivo, ma tecnicamente più completo. Una squadra che sapeva vincere, e lo faceva anche con il cinismo di una big.

Il Napoli del 2024-25 è quello della continuità. Ha saputo non disperdere quanto costruito con Spalletti e ha dimostrato che vincere non è un caso, ma uno stato mentale.

Alla fine, ognuno ha il suo preferito. Gli amanti della storia diranno 1987. I tattici guarderanno al 1990. I puristi del bel gioco si inchineranno al Napoli di Spalletti. I pragmatici applaudiranno il Napoli di oggi.

Ma vanno celebrati tutti. Perché ognuno, a suo modo, è stato un capolavoro azzurro. E tutti insieme raccontano il percorso di una città, di una squadra, di un popolo. Sempre più orgogliosamente campione d’Italia.

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