Direttore, la squadra è seconda in classifica ma, oltre alla classifica lusinghiera, c’è una striscia di vittorie che va avanti da otto giornate.
“Tutto questo è frutto del lavoro e della serenità con cui ci fa operare la società. I problemi sono tanti, anzi, tantissimi, dal campo alle questioni più semplici ed elementari, solo la passione e la voglia di far bene del mister e dei ragazzi ci ha permesso di giungere a questi risultati, peraltro non previsti. Siamo tutti contenti di ciò che abbiamo raggiunto dopo undici giornate di campionato, ma teniamo conto che non si può vincere sempre e una grande squadra deve dimostrare di saper anche gestire i momenti negativi. Non dimentichiamo che dopo i tre pareggi iniziali, eravamo soli, poi nel calcio quando i risultati migliorano, ci si ritrova sempre tanta gente intorno”.
Cosa ti senti di dire a quei tifosi che, nonostante l’ottima classifica, manifestano ancora dei dubbi se venire o meno allo stadio a sostenere un Portici tra i più belli degli ultimi anni?
“Ho avuto modo di apprezzare la tifoseria a Torre Annunziata, ora mi aspetto altri segnali forti dai porticesi, sperando che ci vengano a sostenere in massa nelle prossime partite che sono importantissime. Oltre alla squadra, stimo soprattutto la città, tra le più belle in cui mi sono trovato a lavorare. Chiedo alla gente di venire a sostenerci perché ci sono persone che si mettono al servizio del Portici senza secondi fini ma solo con la speranza che il progetto cresca sano e forte. La nostra linea è improntata al futuro, si sta costruendo qualcosa di importante per gli anni a venire, anche se già da quest’anno non ci tiriamo indietro e, per farlo, abbiamo bisogno di una grande tifoseria alle spalle”.
Direttore, vivi la squadra a 360°, hai vissuto pre-campionato, vigilie di gare importanti, ma cosa ti piace di più di questo Portici?
“Mi piacciono gli allenamenti, difficilmente mi è capitato di vedere una squadra allenarsi con armonia e intensità come fa questo Portici. In questo c’è anche la mano dell’allenatore che è riuscito a creare questo clima, sono contento quando vedo i giocatori arrivare al campo con il sorriso, questo mi fa anche capire che ho scelte le persone giuste. Non è così ovunque, non tutti i giocatori hanno il piacere di allenarsi e questi atteggiamenti si ripercuotono in campo. Poi mi piace la velocità, il modo in cui si scende in campo, ma le otto vittorie consecutive sono proprio figlie di questa armonia, se non crei l’ambiente adatto, non si vincono otto partite di seguito”.
La squadra è attesa da due partite molto difficili, anche se diverse l’una dall’altra. Contro la Boys Caivanese è una trasferta su un campo trappola contro un’avversaria caricata a pallettoni ed entusiasta di avere gli stessi punti del Savoia, mentre contro l’Herculaneum sarà un evento che si giocherà tra le mura amiche, si spera al “San Ciro”. Come bisogna affrontare questo mini-ciclo terribile?
“Con la massima serenità e tranquillità. Qualsiasi cosa succeda, ci sta bene perché non dobbiamo dimenticare ciò che dicevamo ad agosto. Il nostro è un progetto che guarda al futuro, anche se ci troviamo così bene che tutto può succedere ma, perché succeda, ogni pressione deve essere scacciata. Non siamo andati a prendere giocatori che hanno vinto campionati ma chi è retrocesso, chi si è salvato per il rotto della cuffia, chi era vittima della mediocrità in cui si trovava, eppure siamo secondi in classifica. Significa che siamo andati a pescare il meglio senza spendere cifre folli per vincere il campionato, qualcuno ha notato che abbiamo la miglior difesa dopo undici giornate presentando una linea difensiva in cui figurano due elementi che lo scorso anno sono retrocessi? Un’altra cosa: la mia mentalità mi porta a pensare che siano decisamente limitati quei club che pensano solo alla singola partita, a togliersi lo “sfizio” del campionato, quando si lavora bene con un obiettivo lungimirante, si pensa a crescere e ad andare avanti nel migliore dei modi, rimboccandosi le maniche e lavorare come abbiamo fatto noi dopo i primi tre pareggi”.
Ci sono giocatori che, pur ricevendo offerte allettanti da squadre di categoria superiore, decidono di restare a Portici, quanto è importante questo segnale?
“I nostri giocatori stanno benissimo, per andare via non basterebbe un’offerta importante ma irrinunciabile, molti hanno sposato un progetto a lunga durata nella consapevolezza di poter essere i protagonisti di un grande ciclo. Ecco perché, anche a fronte di buone offerte, risulta complicato dire no ad una causa, come quella porticese, in cui molti credono”.
Ufficio Stampa A.S.D. Portici 1906 – Maurizio Longhi