Di Marcello Scognamiglio
Quarto posto in campionato, 41 gol fatti in campionato (ed appena 18 subiti), ben sedici gare senza subire alcun gol, play off raggiunti con una squadra dalla media età di 23.4 anni e finale di Coppa Italia svanita soltanto ai rigori. E’ il ragguardevole ruolino di marcia dell’Ischia Calcio allenata, nella scorsa stagione, da mister Angelo Iervolino. Originario di Ischia, con alle spalle numerose esperienze lontano dall’isola (tra le tante S.S. Lazio, Juve Stabia nei professionisti), mister Iervolino ha conquistato in poco tempo la stima di addetti ai lavori e tifosi con il lavoro sul campo da gioco. Nel corso dell’estate, dopo aver salutato l’Ischia, ha ricevuto varie proposte, preferendo, però, almeno per il momento, restare a guardare.
Mister, nel girone A di Eccellenza ci sono ben dieci squadre in 5 punti. Tutto farebbe pensare ad una situazione di grande equilibrio…
“Sebbene siamo alle prime sette giornate, si nota, come dicevi tu, un certo equilibrio soprattutto nella parte alta. Il livello, almeno per ora, pare essere standardizzato con due, tre squadre che pare possano, ad oggi, contendersi il primato finale. Ogni partita non è scontata e con il ritorno ai gironi da diciotto si delineano i reali valori che una squadra può avere nell’arco di una stagione intera, senza troppi distacchi dalla realtà rispetto alle passate stagioni, complesse per la brevità del campionato e con gli obbiettivi di classifica “pericolosamente ” molto vicini tra loro.”
La capolista è l’Ischia, quella che Lei ha definito “una delle tappe più importanti della mia carriera”. Cosa pensa del nuovo progetto gialloblù?
“Assolutamente si. Ischia è una piazza storica del calcio con i suoi trascorsi in C, con tanti tifosi che vivono di essa, con tante aspettative e ambizioni. Tutti questi aspetti, oltre ad essere ischitano, la hanno resa la tappa professionale più importante, avendo dimostrato con i numeri che tu hai descritto, di aver onorato i colori gialloblù. Sono felice che l’Ischia Calcio abbia trovato un gruppo di imprenditori pronti a proseguire il discorso calcistico. E’ un progetto diverso da quello degli ex Presidenti D’Abundo e Buono, persone straordinarie per lungimiranza progettuale e doti umane, i quali prediligevano una rosa compostaesclusivamente da giocatori isolani che portasse alla vittoria dell’arco di sette Anni. Credo altresì che questo nuovo progetto abbia tutte le carte in regola per essere vincente sin da subito. E poi c’ è Pino Taglialatela, persona di elevato spessore calcistico e ischitano puro sangue.”
Anche nella zona bassa della classifica sembra esserci grande equilibrio.
“Esatto, attualmente nella zona meno nobile della classifica si trovano squadre che assolutamente, per valori, non sono state costruite per quelle posizioni e questo chiaramente aumenta la competitività in quella parte della classifica che è sempre pericolosa. Oggi il calcio fa molta leva sullo studio dell’avversario, proprio per questo a prescindere dagli obiettivi di classifica e dai budget bisogna lavorare in chiave moderna per le proprie mete.”
Nel girone B comanda invece l’Agropoli.
“Il girone B sta tenendo fede ai pronostici di partenza che vedevano Agropoli e San Marzano a contendersi il titolo e Scafatese ed Ercolanese pronte ad inserirsi tra loro due. Le altre,credo, siano in linea con gli obiettivi stagionali. Ma siamo ancora relativamente all’inizio e anche squadre come Cervinara, visto il buon lavoro fatto dal Ds Maglione, potrebbero inserirsi sul podio per valore della rosa”.
Secondo Lei quale è la società che è stata più intelligente in sede di calciomercato e per quale motivo?
Siamo all’inizio, e non è semplice rispondere alla tua domanda, anche perché ritengo che la stabilità, altro elemento molto importante, vada valutata nel corso delle settimane. Credo però fortemente, come ho sempre sostenuto in passato, che ogni società debba puntare ad un equilibrio che io chiamo “sostenibilità tecnica” , ovvero portare avanti un progetto che possa durare nel tempo lavorando per il miglioramento di under e over all’interno della rosa allo stesso piano, in modo che si possa creare una serenità tale nei giocatori di ogni età, che li porti a sposare un progetto nel lungo periodo. E’ importante dare continuità a quanto si fa e poi aggiungere tasselli volta per volta.
E’ anche il momento che lo impone: c’è una difficoltà economica mondiale, in ogni campo, e per questo c’è bisogno di una sostenibilità propria, appunto tecnica, che, attenzione, è fondamentale sia per i top club che puntano alla vittoria sia per quelli che perseguono la salvezza come obiettivo. Tutto ciò lo si può fare lavorando in chiave moderna, fluida, che possa appunto far sentire i giocatori protagonisti, valorizzandoli all’interno, portando il tutto ovviamente anche a chiari e conseguenti numeri di classifica per il club”.
Le mancano le emozioni del campo da gioco?
“Vivo per il campo, vivo della settimana di preparazione alla domenica e dell’adrenalina della gara. Troppe vacanze, troppe partite viste da luoghi che non sono miei: non sono miei la tribuna o il divano. Devo stare in partita e stare nel mio elemento…”
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