La stagione 2022-2023 per i tifosi napoletani è stata un’annata da ricordare per sempre. L’anno del terzo Scudetto in un campionato dominato dalla prima giornata fino all’ultima, con tantissimi “alti” e qualche “basso”, dimostrando uno stato di forma, un affiatamento tra giocatori e staff, una qualità tecnica e una perfezione tattica strabilianti. Un’annata che sarebbe stata perfetta se gli Azzurri fossero riusciti addirittura a portarsi in finale di Champions, come mai prima nella storia. Ma non tutto può accadere insieme, specialmente se sei all’interno di un percorso di crescita. Almeno era quello che i tifosi napoletani speravano di vedere. E invece prima l’addio di Spalletti, poi un mercato di certo non sfavillante e i risultati della prima parte di campionato hanno fatto crollare i loro sogni di gloria. Infatti, prima dell’inizio del campionato la squadra di Rudi Garcia insieme all’Inter formava la coppia delle due grandi favorite per lo Scudetto ma ora – alla luce di quanto visto nel primo terzo di campionato – il quadro è diverso: vedendo le quote vincente Serie A emerge in maniera chiara che ora davanti agli azzurri nella lista delle papabili trionfatrici ci sono anche Juventus e, un passo indietro, il Milan.
Le aspettative di inizio stagione
Prima dell’inizio del campionato le aspettative erano molto alte. Innanzitutto si pensava che il Napoli, forte di una base di squadra di livello e con l’entusiasmo sulle spalle, potesse bissare la cavalcata Scudetto, o quantomeno provarci. Nonostante la partenza di Kim, le sirene di mercato di Osimhen e soprattutto il cambio di guida tecnica affidato a Rudi Garcia, però, tutti erano convinti che il Napoli potesse fare bene. E invece non è stato per nulla così. Qualche infortunio di troppo ha inciso, questo va detto. In particolar modo proprio quello di Osimhen non è da sottovalutare, in fondo è il vero bomber della squadra. Ma al di là degli infortuni dei singoli il gioco di Garcia ha sparigliato le carte nella rosa partenopea. Il cambio rispetto al gioco di Spalletti è stato troppo drastico e i risultati si sono visti. Se l’anno scorso il Napoli è stato una macchina da gol, coinvolgendo tutti i giocatori in rosa, quest’anno proprio i campioni hanno deluso. Come ad esempio Khvicha K’varatskhelia che nelle tattiche di Garcia si è perso, perdendo anche la sua vena creativa e realizzativa. Tutto il Napoli, per fare un confronto tra le prime dodici partite dello scorso campionato e di quello in corso, aveva segnato 30 gol e subiti solo 9. Quest’anno dopo dodici gare ne ha fatti 24 e subiti 13, con 11 punti in meno in classifica. Quarto posto a -10 dalla capolista Inter e una panchina, quella di Garcia, che è traballata pesantemente fino a cadere.
La rincorsa sulle prime
L’esonero di Garcia si è dunque reso necessario per dare una strigliata alla squadra, una lontanissima parente della meraviglia ammirata lo scorso anno, quella macchina perfetta che dominava in tutti i campi d’Italia. Invece, a parte qualche lampo di giocatori singoli per risolvere le gare, come nel derby contro la Salernitana, il Napoli è andato da tutt’altra parte. Non più, per ora, protagonista del campionato ma un comprimario in cerca di identità. Cosa che servirà per riprendere la rincorsa sulle prime in classifica e non rimanere attardato. Non dimentichiamo che una posizione negativa in classifica, la mancata qualificazione ai Gironi di Champions e, anche sul fronte internazionale non bisogna dimenticare, il passaggio di turno della stessa coppa, hanno ripercussioni importanti a livello anche economico per il club. Quindi il presidente De Laurentiis ha tutto l’interesse affinché l’impasse in cui si trova il Napoli oggi possa passare al più presto possibile. A sostituire Garcia sulla panchina napoletana, dunque, ci sarà Walter Mazzarri, un ritorno per il tecnico toscano dopo l’esperienza partenopea nelle stagioni dal 2009 al 2013. Mazzarri dovrà restituire un’identità ben chiara alla squadra e gestire nel migliore dei modi lo spogliatoio con personalità e maturità. L’impianto di gioco di Mazzarri però sarà ben diverso da quello impostato da Garcia, a partire dalla difesa dove si potrebbe vedere una linea a tre composta da Ostigard, Rrahmani e Natan. Osimhen resterà certamente il punto di riferimento offensivo, mentre alle sue spalle potrebbe esserci Kvaratskhelia e Politano, in caso di esterni larghi o Raspadori e Zielinski in caso di fantasisti stretti che possono fare anche da raccordo tra le linee. Non sarà facile ma necessario, puntando sulla novità e con la speranza di assistere a un altro campionato rispetto a quello visto fino ad oggi.
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