Quartograd, Di Criscio è il nuovo direttore generale

Da calciatore ha praticamente calpestato qualsiasi terreno di gioco, collezionando presenze in Serie B, serie C1 e C2, e arrivando addirittura a sfiorare il sogno Serie A. Nel 2002 ha abbandonato il calcio professionistico ma Nicola, che di ruolo era centrocampista, non può fare a meno di stare al centro del campo. La sua grande conoscenza dell’ambiente e del territorio di Quarto hanno convinto la società ad affidargli il ruolo di Direttore Generale. L’ingresso di una figura come la sua, proveniente da un calcio differente da quello popolare portato avanti dal progetto rossoblu di Quarto, è un segnale importante che testimonia la voglia di crescere della società. L’arrivo di Di Criscio sulla poltrona di DG è un passo in avanti nella costruzione di una società sportiva che vuole mantenere tutti i principi di antagonismo al calcio “ufficiale” ma che vuole anche avere un approccio a questo sport il più professionale possibile, in modo da costruire un progetto stabile, efficiente, che sappia confrontarsi con quello stesso calcio che si vuole cambiare con strumenti validi.
Negli ultimi anni numerose sono state le trasformazioni societarie che sono da intendersi sempre come momenti di crescita e sempre sostenute da una riflessione collettiva che ha, nel corso del tempo, costruito un assetto societario ambizioso. Nicola Di Criscio arriva come “mattone” di grande rilievo per la costruzione del futuro di una società ambiziosa che vuole costruire una squadra vincente e un settore giovanile in grado di fungere da serbatoio di energie. Far crescere il progetto e renderlo stabile, infatti, è l’unico modo per garantire una sempre maggiore diffusione di quelle idee che sono alla base del progetto Quartograd e la scelta di un DG di questo tipo va pienamente in quella direzione.
Abbiamo incontrato il nuovo Direttore mentre, nel periodo estivo, si lavora alla costruzione della nuova stagione, provando a superare i limiti del passato per costruire una squadra in grado di stupire.
Da calciatore ha fatto parte di numerosi progetti. Da quest’anno, però, avrà l’occasione di conoscere dal vivo un progetto del tutto diverso, che ha poco a che vedere con il calcio da lei giocato. Cosa l’ha spinta a sposare questo progetto?

– L’ultimo anno da professionista l’ho giocato nel 2002 poi ho fatto quattro anni di dilettanti tra cui l’ultimo nel Quarto dove ho coronato il sogno di portare la squadra del mio paese in serie D. Ho vinto altri campionati da professionista ma vincere nel proprio paese ti da un’emozione unica anche se in categorie minori. Quando faccio qualcosa per la mia città sono sempre emozionato e quando ho cominciato a conoscere questa realtà del calcio popolare ho pensato subito che si trattasse di una bella iniziativa, con valori e idee che dovrebbero sposare molte altre società.
Negli ultimi tempi, Quarto è stata etichettata come un paese di camorristi per le note vicende giudiziarie che hanno colpito non solo il Comune, ma anche l’unica squadra di calcio del territorio. Cosa può significare il progetto Quartograd per la città?

– Ho conosciuto di persona il presidente Davide Secone e tutto il suo staff nella partita amichevole dello scorso Natale tra il Quartograd e la mia squadra che vinse il campionato di Eccellenza. Da quel giorno abbiamo preso contatto e cominciato a parlare. Conoscendo Davide ho capito che è una grande persona e quanto ci tenga a questo progetto che vuole migliorarsi anno dopo anno. Attraverso lui sono venuto in contatto con gli altri membri della società e ho deciso di lanciarmi in quest’avventura. Anche alla luce di tutto quello che è successo lo scorso inverno, con la mia città dipinta dai giornali come città di camorra, mi sono convinto che solo con delle belle iniziative come questa del Quartograd si può restituire una giusta immagine al nostro paese.
L’anno scorso la squadra si è posizionata nona raggiungendo la salvezza con 41 punti, frutto dell’ottimo lavoro della società e dello staff guidato da Mister Capuano. Quest’anno occorrerà fare meglio per raggiungere palcoscenici più importanti e uno dei progetti più ambiziosi del Quartograd in questo senso è la costruzione del settore giovanile. Da anni ormai in Italia si parla di strutture fatiscenti e di una crisi di questo settore. In che modo lei crede si possa lavorare con i giovani per cambiare questa situazione e trasmettere quei valori che da tempo non appartengono più al nostro modello di calcio?

– Per lavorare con i giovani bisogna prima creare delle strutture adeguate perché solo così si può lavorare bene, ci sono molti ragazzi bravi del nostro paese che vengono fuori ogni anno e vogliono cullare il loro sogno, noi dobbiamo andare incontro a questi giovani e farli crescere con dei valori sani. La juniores è la cosa più importante per il futuro sia della prima squadra che del calcio perché senza i ragazzi non c’è futuro quindi bisogna concentrarsi su questo e lavorare in maniera seria. Io cercherò di essere molto attento e oltre alla prima squadra seguirò moltissimo i ragazzi delle giovanili. Partiamo da una buona base, l’anno scorso la squadra ha fatto molto bene alla prima apparizione in un campionato di Promozione ma sicuramente bisogna sempre migliorarsi. In qualità di direttore con il mister e tutto lo staff con l’appoggio della società stiamo cercando gli innesti giusti per far si che la rosa sia più competitiva anche se quella dell’anno scorso è un’ottima rosa, come testimoniato dall’ottimo campionato disputato a fronte delle tante difficoltà.
– Ufficio stampa ASD Quartograd –

Quarto 2012
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