TMW – Simonetti :” Vincere a Torre è stato fantastico “

Serie C Girone C

simonetti

Un mucchio di campionati vinti in D tanto da ergerlo a guru del calcio campano. L’ultima soddisfazione con lo straripante Savoia, tornato tra i professionisti dopo 13 anni, a coronamento di un lungo cammino da vincente. Per Tonino Simonetti potrebbe essere pronta un’altra poltrona da ds. Questione di giorni ma già all’inizio della prossima settimana dovrebbero esserci sviluppi. Nel frattempo il dirigente partenopeo ripercorre l’ultima annata col club oplontino. Un amore fugace ma intenso, come tutti quelli brevi destinati a finire. “M’avrebbe amareggiato non vedere il Savoia ai nastri di partenza della prossima Lega Pro – esordisce -. Conosco l’amore di una tifoseria unica per il suo affetto. Sono contento che ognuno abbia fatto il suo dovere, sarebbe stata un’offesa atroce per la città, e per una società che ha fatto tanti sacrifici, non assicurare l’iscrizione al Savoia”.

Con la città lei ha sempre avuto un rapporto speciale.
“Non dimenticherò mai quei ragazzi che sono venuti ad Agrigento, nonostante il divieto, a vedere la partita su una collinetta. Ho lavorato in piazze importanti come Cava, Nocera o Castellammare, dove ho potuto riscontrare con mano la stima che la gente aveva per me. Io ringrazierò per sempre i tifosi del Savoia per come ci sono stati vicini e per l’affetto che hanno riposto in me. Loro sono stati i principali artefici di questa vittoria e lo hanno dimostrato venendo anche in 7000 alle nostre partite. Non mi sono mai messo su un piedistallo, perché noi dirigenti facciamo calcio per la gente e per regalare loro delle soddisfazioni”.

Ma come è maturata questa separazione?
“E’ cambiato il progetto. Prima c’era Lazzaro Luce, che aveva assicurato l’obiettivo serie B dandomi carta bianca, tanto che avevo già bloccato dei giocatori importanti per la Lega Pro. E’ venuto a mancare il perno principale di questo impianto”.

Tra tante vittorie questa è stata forse la più bella.
“L’importante è essere messi in condizione di lavorare bene godendo della fiducia della proprietà. A me questo è capitato ovunque. Come a Battipaglia, dove facemmo la scalata dalla D alla C1, o col Valdiano. Lì si fece un autentico miracolo. All’inizio della stagione ci davano per retrocessi. Andammo in C2 e sfornammo gente come Sasà Avallone o Vincenzo Esposito che andarono rispettivamente alla Juve e al Parma”.

Qualche altro aneddoto?
“Quando andai col S. Anastasia in C2, bloccai Riganò che era all’Igea Virtus. Poi non se ne fece più nulla, era la fase in cui la società stava per essere ceduta. Da quella squadra sono uscite comunque persone come Ciro Capuano, Gennaro Sardo o Giuseppe Vives. Ancora: a Nocera diedi Iezzo al Catania per 400 milioni. Un altro giocatore che poi ha fatto il percorso che tutti conosciamo. Oggi per fare calcio nel modo giusto, non è necessario diplomarsi alla Bocconi. Conta la competenza. Una volta incontrai il presidente del Chievo Campedelli. E si sa che il club gialloblù è un esempio di investimenti giusti ed organizzazione. E infatti ha iniziato dalle strutture”.

Riforma della Lega Pro. Che idea si è fatta?
“Penso sia una riforma giusta. Si rischiava l’implosione: tantissime società e miriadi di premi di valorizzazione che hanno fatto abbassare il livello tecnico. Molti club hanno finito per indebitarsi in un coacervo di vertenze economiche che rendevano impossibile il risanamento. Oggi il calcio, soprattutto quello campano, è in mano a troppi facenti funzione. Per non parlare di certi procuratori senza scrupoli, un altro lato negativo di questo mondo che condiziona profondamente le società”.

Ma la proposta giusta sta per arrivare?
“Non accetterò mai se il progetto non mi convincerà. La mia storia un po’ pretende questo. In D comunque si vince indovinando i giovani. Per esempio, Gianluca Esposito che è al Savoia avrà per me un grande futuro. Lo vedo predestinato, mi ricorda molto Vives. E poi Alessio Gargiulo, consigliato anche da Vincenzo Feola”.

fonte: tuttomercatoweb

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